(ANSA) – ROMA, 26 MAR – L’Ue, piuttosto che pensare di blandire la Cina illudendosi che spinga Putin verso più miti consigli sull’Ucraina, “dovrebbe cancellare il meeting virtuale con Pechino del 1° aprile”: “non è pensabile che Xi Jinping rinneghi Putin dopo aver annunciato con lui un’alleanza ‘senza limiti’, questo costerebbe al presidente cinese la rielezione da parte del Congresso del partito comunista”. A dirlo è Alberto Forchielli, partner fondatore di Mandarin Capital Partners e profondo conoscitore delle dinamiche economiche in Cina e del confronto con l’Occidente sfociato nella guerra dei dazi.
Il businessman ed economista bolognese scaccia con una risata le voci, che circolano da qualche giorno, secondo cui il summit Bruxelles-Pechino potrebbe riattivare il ‘comprehensive agreement’ sugli investimenti, magari sperando di ottenere in cambio che Xi scarichi Putin sull’Ucraina. “Nel momento in cui la Cina è alleata del tuo peggior nemico, gli vai ad aprire le porte per gli investimenti in Europa? sarebbe una follia”. Al contrario, secondo Forchielli – che parla al telefono con l’ANSA da Boston – “l’atteggiamento dell’Europa nei confronti della Cina, in questo momento, dovrebbe essere più assertivo”, rinsaldando l’alleanza con gli Usa anche sul piano economico anche a costo di mettere in pericolo gli investimenti europei già esistenti in Cina: un tema che tocca nel vivo gli interessi della Germania, cui spetta la decisione più difficile. Xi “non può permettersi un Putin mutilato”, avverte Forchielli. Se Putin perdesse la guerra, dopo l'”investimento” di lungo termine fatto da Xi nell’alleanza con Mosca che fa apparire l’invasione dell’Ucraina “un incidente di percorso agli occhi di Pechino, “ciò tornerebbe ad alimentare una fronda nel partito comunista cinese” in grado di rimettere in forse la sua rielezione questo autunno.
Ciò non significa che la Cina aiuterà Putin militarmente in Ucraina, né che Pechino non sarà sensibile alle pressioni congiunte di Usa e Ue, sul fronte finanziario: “saranno cauti nel bypassare le sanzioni, non possono permettersi che banche e aziende cinesi siano escluse dall’accesso alla finanza del dollaro”, spiega Forchielli. Al massimo la Cina potrà fornire qualche tecnologia, “qualche drone, ma non si può far coinvolgere troppo”.
L’Ue ricompattata dalla crisi Ucraina, e l’alleanza atlantica rinsaldata dalla minaccia di Putin, avrebbero già prodotto un risultato a Oriente: la Cina sperava molto in un meccanismo di ‘divide et impera’ in Europa per frenare gli Usa, “ma a questo punto ormai l’obiettivo è sfuggito”.
Intervista pubblicata su ANSA, 26 Marzo 2022