Con chi sta la Turchia di Erdogan in questo momento ? Che gioco sta facendo ? E’ con noi o contro di noi? In un periodo storico come quello che stiamo attraversando , e che ci costringe a dimenticare o rinnegare oggi le alleanze di ieri , e’ perfettamente logico , anzi doveroso , chiederselo.
Il fallito colpo di stato militare , schiacciato dal Presidente Erdogan con rapidità ed efficenza tali da non permettere di scartare alcuna ipotesi, neanche quella del teatrino d’ombre , sta infatti rimettendo rapidamente in discussione la relazione bilaterale fra Ankara e l’Occidente che aveva già attraversato negli ultimi tempi momenti difficili ma sembrava ormai avviata sulla via di una rapida ricomposizione.
Con Ankara , pienamente consci della funzione svolta dai Turchi in una Alleanza Atlantica in cui erano l’unico partner islamico , e per di più un partner islamico del tutto affidabile , gli americani avevano infatti sempre cercato di mantenere un legame particolarmente stretto .
In questa ottica persino il progressivo scivolamento di Erdogan verso un regime personale ormai molto prossimo alla dittatura appariva tollerabile per gli USA , se confrontato da un lato al ruolo che il paese anatolico continuava a svolgere nel contenimento della Russia , dall’altro alla valenza strategica delle basi americane su suolo turco . Ora però le cose sono cambiate drammaticamente. Erdogan ha infatti messo in discussione l’utilizzazione da parte americana ed alleata delle basi anatoliche. Ha annunziato inoltre che a breve scadenza incontrerà Putin , aprendo così l’interrogativo di cosa potrà accadere allorché sederanno al medesimo tavolo due giocatori di scacchi di quella levatura e con interessi almeno per ora coincidenti. Il Presidente turco richiede inoltre a Washington la consegna del suo principale avversario , Gulen . Un gesto che gli Stati Uniti, ove Gulen e’ da tempo rifugiato ,non possono compiere senza violare fondamentali principi.
Con l’Unione Europea i toni sono più soft , ma anche qui il contrasto è particolarmente profondo , sia perché la maggioranza dei paesi europei aderisce ad una Alleanza Atlantica che la recente presa di posizione di Erdogan rischia di indebolire sensibilmente , sia perché i nuovi sviluppi di situazione rendono più difficile , se non definitivamente impossibile , una eventuale futura adesione di Ankara alla UE.
Rimane inoltre puntata contro di noi la pistola fumante dei milioni di profughi bloccati nella penisola anatolica e che non hanno sino ad ora potuto raggiungere le loro mete europee grazie ad un accordo Turchia/UE configuratosi quasi come un ricatto , e tradottosi in un esborso esorbitante. Più o meno dalla sera alla mattina ci troviamo così di fronte ad una situazione radicalmente cambiata che ci costringe a chiederci , e senza por tempo in mezzo , cosa si debba fare della Turchia , di questa Turchia , con questo Presidente e con un sistema di governo che non è più un sistema democratico !
Respingerà e contrastarla ? Oppure cercare per quanto possibile di recuperarla al nostro campo , operando con saggezza , moderazione e pazienza per cancellare o almeno smussare ciò che ora appare inaccettabile?
Prima di tentare di rispondere proviamo a chiederci quale potrà essere nel futuro la linea seguita da Ankara , tenendo presente come nel recente passato Erdogan sia apparso decisamente intenzionato a far svolgere al suo paese , costi quel che costi , una politica mirante a consentire alla Turchia non soltanto di proporsi come una media potenza ma altresì di conseguire l’incontrastata leadership dell’ intero mondo sunnita.
Per centrare questo obiettivo egli si è sino ad ora mosso con decisione e spregiudicatezza , arrivando tra l’altro più volte anche a cercare di coinvolgere la NATO in quel ginepraio siriano in cui ben sapeva di non avere la forza necessaria per muoversi da solo. Si tratta in sostanza della stessa spregiudicatezza con cui l’allora Primo Ministro Erdogan aveva giocato la carta europea sino a quando essa si era tradotta in richieste UE che gli consentivano di indebolire il potere dei militari turchi.
Cosa accadrà adesso? Il sospetto e’ che Erdogan possa approfittare degli ultimi avvenimenti per accentuare il lato Islamico della sua azione , capitalizzando tra l’altro sulla ondata di simpatia che la sua presa di posizione dura nei riguardi dell’Occidente non mancherà di suscitare in tutto il mondo sunnita . Magari tornando anche ad appoggiare in maniera velata quel terrorismo fondamentalista che invece l’Occidente combatte e nel contempo mantenendo una posizione ondivaga che gli permetta di conservare sotto ricatto tanto gli USA , sui temi della NATO e delle basi , che la UE , su quello dei profughi.
Si , si può continuare a discutere con Erdogan e con la sua Turchia anche in condizioni del genere ……ma solo facendo prima ben comprendere loro cosa l’Occidente sia disposto o meno ad accettare !
Articolo pubblicato su La Stampa, 18 luglio 2016
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