Ecco qui altri stralci dell’articolo pubblicato:
Quando la decisione è presa, come muovere i primi passi?
“Una volta presa la decisione la prima cosa da fare è ripensarci bene e a fondo. In Italia non c’è e non ci sarà per generazioni lavoro per tutti, ma questo non comporta come effetto diretto che la soluzione sia quella di andarsene all’estero. Il punto sta sempre nel trovare il giusto bilanciamento tra affetti, lavoro, società, possibilità reali. Questo bilanciamento è decisamente personale e, quindi, non esistono ricette universali. Nei cambiamenti della nostra vita, come i trasferimenti e i cambi di lavoro, (e nel caso di un lavoro all’estero, entrambi i fattori vengono presi in considerazione), uno degli errori più grandi è quello di non cambiare il modo di usare il tempo e il modo in cui ci rapportiamo a ciò che ci circonda. Detto questo, la prima cosa da fare è informarsi. Prima di partire o comunque iniziare a fare una ricerca di lavoro all’estero, bisogna essere informati almeno riguardo: salari medi, riconoscimento o meno dei titoli di studio e delle abilitazioni, il costo della vita, il servizio sanitario locale, la necessità dei visti e la lingua che si parla sia ufficialmente, che nel mondo del lavoro. Per intenderci, in Italia si parla quasi esclusivamente italiano, in Olanda pur essendo l’olandese la lingua ufficiale si parla regolarmente inglese. In ultimo, prima di partire operativamente con la ricerca di lavoro bisogna anche informarsi un minimo sulla società e sullo Stato in cui si sta pensando di emigrare. Perché sarebbe decisamente sconveniente trovare un lavoro negli Emirati Arabi e poi scoprire che non si può portare la propria anima gemella perché la convivenza di coppie non sposate è vietata per legge”.
Alberto Forchielli, intervistato da Silvana Mazzocchi, pubblicato su Repubblica il 08.09.2015
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