di Ciro Balestrieri
Ad esempio, i ricercatori del CERN progettarono un prototipo di magnete di quel calibro ma non avevano internamente né le strutture né i fondi per produrlo. Allora la Ansaldo si offrì di produrlo GRATIS usando dei cavi superconduttori forniti dal CERN stesso. L’azienda ha “prestato” uningegnere ed un disegnatore al CERN per la durata del progetto di prototipazione e nel 1986 riuscirono ad ottenere un magnete capace già di arrivare a 9T. Col passare degli anni vennero progettati magneti sempre più complessi e potenti da diverse industrie (Ansaldo, Jeumont-Schneider, Elin, Holec) ma l’impulso decisivo fu dato dall’INFN (Istituto Nazionale di FisicaNucleare) che ordinò e collaborò con Ansaldo, La Metalli Industriali e Zanon producendo due prototipi interi che vennero successivamente assemblati, e avendo superato brillantemente i relativitest ebbero l’approvazione finale dal Consiglio. Ansaldo definì il “regalo” al CERN un sensibileinvestimento nel futuro e aveva assolutamente ragione. Infatti se si considerano gli anni a partire 2000 e si confrontano i contributi e i ritorni economici in riferimento al nostro paese (datiprovenienti dall’Industrial Liason Officer) si vede come nei “periodi di magra” il ritorno alleimprese è stato del 20% ma negli anni di fermento si è arrivati a superare addirittura il 100% come nel biennio 2004-2005 (vedi Fig. 1),
perciò finanziare la ricerca scientifica ci ha dato un guadagnonell’immediato, senza contare quello futuro. Il guadagno maggiore per le aziende coinvolte non ènemmeno quello di aver guadagnato “subito” ma quello che potranno guadagnare successivamente. Questo perché avendo innovato per oltrepassare lo stato dell’arte a causa delle richieste provenientida una ricerca di frontiera ora sanno fare cose che gli altri non sanno fare, quindi riusciranno ad accaparrarsi le commesse future anche di altre Large Research Infrastracture extra-europee senzache gli stati membri dell’unione (cioè noi cittadini) sgancino un quattrino. Ultimamente la Cina staprogrammando di costruire un super collider notevolmente più grande dell’attuale LHC e se vorràfarlo veramente a chi si rivolgerà? Certamente dovrà contrattare con industrie europee con esperienza decennale nel settore altrimenti non saranno capaci di mettere in piedi una infrastruttura di successo. Indipendentemente dalla costruzione di questo impianto ci sono altre ricadute in strutture simili come per esempio i numerosi Sincrotroni (ESRF di Grenoble e ELETTRA di Trieste tra i più celebri) che stanno venendo realizzati in tutti il mondo. Ma le LRI non si limitano ad acceleratori di particelle ma anche ad altre strutture come i telescopi e altrO ancora. Proprio per larealizzazione di un grande telescopio in Cile, l’E-ELT, il consorzio ACe composto da tre aziende italiane, Astaldi, Cimolai e EIE Group ha vinto una commessa da 400 milioni di euro. Con questonon dobbiamo fare l’errore di illuderci pensando che le aziende italiane in toto siano le “migliori”poiché hanno vinto molte commesse. Ci sono rimaste sicuramente alcune eccellenze che continuano ad innovarsi e competere sul mercato globale, ma la maggioranza è rimasta decisamente indietrorispetto alle rivali del mondo occidentale, corroborando la teoria della “Messicanizzazione di Forchielli” nel quale rimangono pochi distretti/aziende eccellenti accerchiati da un mare dibaracconi fatiscenti operanti in una quasi totale “oscurità”(cioè il resto delle imprese italiane).
Terza ed ultima Parte ➡️ Mercoledì 10 ottobre
Ad esempio, i ricercatori del CERN progettarono un prototipo di magnete di quel calibro ma non avevano internamente né le strutture né i fondi per produrlo. Allora la Ansaldo si offrì di produrlo GRATIS usando dei cavi superconduttori forniti dal CERN stesso. L’azienda ha “prestato” uningegnere ed un disegnatore al CERN per la durata del progetto di prototipazione e nel 1986 riuscirono ad ottenere un magnete capace già di arrivare a 9T. Col passare degli anni vennero progettati magneti sempre più complessi e potenti da diverse industrie (Ansaldo, Jeumont-Schneider, Elin, Holec) ma l’impulso decisivo fu dato dall’INFN (Istituto Nazionale di FisicaNucleare) che ordinò e collaborò con Ansaldo, La Metalli Industriali e Zanon producendo due prototipi interi che vennero successivamente assemblati, e avendo superato brillantemente i relativitest ebbero l’approvazione finale dal Consiglio. Ansaldo definì il “regalo” al CERN un sensibileinvestimento nel futuro e aveva assolutamente ragione. Infatti se si considerano gli anni a partire 2000 e si confrontano i contributi e i ritorni economici in riferimento al nostro paese (datiprovenienti dall’Industrial Liason Officer) si vede come nei “periodi di magra” il ritorno alleimprese è stato del 20% ma negli anni di fermento si è arrivati a superare addirittura il 100% come nel biennio 2004-2005 (vedi Fig. 1),
perciò finanziare la ricerca scientifica ci ha dato un guadagnonell’immediato, senza contare quello futuro. Il guadagno maggiore per le aziende coinvolte non ènemmeno quello di aver guadagnato “subito” ma quello che potranno guadagnare successivamente. Questo perché avendo innovato per oltrepassare lo stato dell’arte a causa delle richieste provenientida una ricerca di frontiera ora sanno fare cose che gli altri non sanno fare, quindi riusciranno ad accaparrarsi le commesse future anche di altre Large Research Infrastracture extra-europee senzache gli stati membri dell’unione (cioè noi cittadini) sgancino un quattrino. Ultimamente la Cina staprogrammando di costruire un super collider notevolmente più grande dell’attuale LHC e se vorràfarlo veramente a chi si rivolgerà? Certamente dovrà contrattare con industrie europee con esperienza decennale nel settore altrimenti non saranno capaci di mettere in piedi una infrastruttura di successo. Indipendentemente dalla costruzione di questo impianto ci sono altre ricadute in strutture simili come per esempio i numerosi Sincrotroni (ESRF di Grenoble e ELETTRA di Trieste tra i più celebri) che stanno venendo realizzati in tutti il mondo. Ma le LRI non si limitano ad acceleratori di particelle ma anche ad altre strutture come i telescopi e altrO ancora. Proprio per larealizzazione di un grande telescopio in Cile, l’E-ELT, il consorzio ACe composto da tre aziende italiane, Astaldi, Cimolai e EIE Group ha vinto una commessa da 400 milioni di euro. Con questonon dobbiamo fare l’errore di illuderci pensando che le aziende italiane in toto siano le “migliori”poiché hanno vinto molte commesse. Ci sono rimaste sicuramente alcune eccellenze che continuano ad innovarsi e competere sul mercato globale, ma la maggioranza è rimasta decisamente indietrorispetto alle rivali del mondo occidentale, corroborando la teoria della “Messicanizzazione di Forchielli” nel quale rimangono pochi distretti/aziende eccellenti accerchiati da un mare dibaracconi fatiscenti operanti in una quasi totale “oscurità”(cioè il resto delle imprese italiane).
Terza ed ultima Parte ➡️ Mercoledì 10 ottobre
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