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“Credo che alla base della tranquillità cinese ci sia la convinzione, errata, di non perdere i soldi in caso di fallimento dell’operazione” spiega Alberto Forchielli, amministratore delegato di Mandarin Capital Partner, il primo fondo di private equity non cinese ad aver ricevuto in gestione capitali del governo di Pechino, che poi aggiunge: “Tra i motivi che hanno spinto l’esecutivo a mettere una stretta sul controllo dei capitali c’è proprio il fatto che negli anni i cinesi hanno buttato via milioni di soldi in questo modo. Anche versando caparre che poi venivano perdute”.
“Cina di gettare via i loro milioni in imprese poco redditizie. “L’uso della valuta estera non viene certo concesso senza motivo. Pechino – spiega il manager – salverà gli investimenti assolutamente strategici di carattere industriale dove sia immediatamente identificabile il valore dell’operazione come nel caso di Pirelli, mentre saranno penalizzati quelli non strategici dove il valore è aleatorio come per tutti gli immobili”. Di più: secondo Forchielli “in cima alla lista degli investimenti che verranno vietati ci sono tutti quelli che per definizione si prestano a fare del nero”.
“Il piano originario – spiega Forchielli – prevedeva di utilizzare una società già quotata in Cina per poi procedere al reverse listing. Se, come sembra, a completare l’operazione fosse un’azienda non cinese l’approdo in Borsa sarebbe di fatto impossibile. E con la fame di calcio che c’è nel Paese avrebbero potuto spuntare un valore triplo di quello iniziale. Adesso che la quotazione del Milan diventa molto difficile crescono anche i dubbi dei cinesi che si fanno più restii a investire”.
“Ogni ricco cinese che si rispetti – conclude Forchielli – ha una società offshore alle Isole Vergini Britanniche da dove sono arrivate le caparre di Li, ma sono cassaforti che vengono usate con molta parsimonia. Quindi anche ammesso che Li abbia raccolto i soldi di cui parla sarebbe interessante sapere in quale valuta. Fossero tutti renminbi sarebbe difficile portarli all’estero. Fossero tutti esteri difficilmente gli investitori si esporrebbero con quelle che sono le loro riserve. Insomma per il Milan il cambio di proprietà potrebbe non essere un grande affare”.
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Articolo di Giuliano Balestreri, Business Insider
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Ombre cinesi sul Milan: senza quotazione miliardaria piace meno
Alberto Forchielli1 Febbraio 20170
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