Ieri al Peterson Institute a Washington ho capito ciò che avrei dovuto sempre sapere. Nonostante il US$ sia “valuta di riserva” per eccellenza, gli USA sono soggetti passivi nella determinazione del suo valore, perché non possono fare interventi importanti sui mercati di cambio internazionali per comprare e vendere € o Yen in quanto esiste un rigido tetto sul debito USA che può essere modificato solo con un voto del Congresso. Per fare un intervento pesante di svalutazione del $ il Tesoro dovrebbe contrarre un debito con la FED e quindi vendere $ e comprare Yen per esempio, ma non lo può fare perché cozzerebbe contro il tetto del debito. Ironicamente la più grande economia del mondo deve subire l’intervento di quelle più piccole ed adattarsi ogni volta al valore che le altre banche centrali ritengono più conveniente. Al Peterson Institute ritengono che una modificazione al regolamento del “debt ceiling” sarà la prima mossa che farà Hillary Clinton appena arrivata alla Casa Bianca per giustificare l’approvazione del TPP nei cui confronti si dichiara contro. In pratica direbbe: “anche gli USA diventano manipolatori di forex per cui il TPP, che non contiene clausole di salvaguardia verso le speculazioni competitive, diventa politicamente accettabile.” Ovvio che semplifico, ma penso ne valga la pena.
Ad ulteriore chiarimento, la maggior critica al TPP negli USA è che il TPP non prevede salvaguardie contro svalutazioni competitive. Alzando il debt-ceiling al fine di comprare valuta estera non aumenta il debito netto, perché nell’attivo hai le riserve, quindi Hillary potrebbe proporlo in piena trasparenza ed ottenere un larga approvazione. Che poi questo basti per far passare il TPP è un’altra storia, insomma alzare il debt-ceiling sarebbe strumentale al TPP; che poi ciò aumenti la possibilità di “manipolare il $” oltre alle manovre sui tassi ed alle dichiarazione della FED non riesco a giudicarlo.
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