Luci e ombre della città proibita

Mentre si avvicina il 19° Congresso del Partito comunista, la Cina si presenta in buona forma anche se instabilità, squilibri strutturali e incertezze internazionali sono ancora grandi 
Alcuni stralci dell’articolo:
<< La Cina cresce a un ritmo tra il 6,4 e il 6,9% però.. 
Queste percentuali fanno sì che quella cinese possa essere considerata un’economia promettente. Il Paese, inoltre, anche solo per l’influenza data dalla sua demografia (oltre 1 miliardo di abitanti) e dall’aggressività della sua politica commerciale che punta al mondo intero, non può che essere sotto i riflettori. “Se però alle sfide interne si sommano quelle esterne, dalle dispute territoriali alla crisi nordcoreana, dalla difficoltà di gestire progetti impegnativi come quello infrastrutturale della nuova Via della seta al terrorismo, senza dimenticare i numerosi focolai indipendentisti e una leadership disposta a tutto pur di mantenere un controllo assoluto sulla storia e sui media, a qualsiasi livello, l’ottimismo sulla capacità di Xi Jinping & co. di trovare una soluzione per tutto in tempi relativamente rapidi si riduce notevolmente”, commenta Alberto Forchielli, partner fondatore di Mandarin Capital Partners che fonda le proprie abilità strategiche su 30 anni di esperienza manageriale nell’ambito dello sviluppo di affari internazionali, con particolare focus sulla Cina. Prosegue: “I problemi interni continueranno a influenzare le scelte e le politiche della classe dirigente. Allo stesso tempo, la Cina sta investendo molto in Europa (35 miliardi di dollari e sono cresciuti in un anno del 70%, ndr) ma non è assolutamente chiara, a oggi, la strategia che ha in mente: si sa solo che vuole a tutti i costi vedere conclusa la nuova Via della seta, senza India e Stati Uniti. La storia insegna che fidarsi della Cina può essere pericoloso. Allo stesso tempo, Trump costringe un po’ tutti a cercare altri partner”.
Cosa aspettarsi dal congresso di ottobre? “Mi aspetto che con il consolidamento del potere di Xi nei prossimi cinque anni, questo abbia la legittimazione per dedicarsi di più alle riforme economiche accettando un livello più basso di crescita. La Cina in questi anni ha continuato a crescere con un algoritmo sbilenco che ha portato molto debito. Ora sarebbe tempo di chiudere attività produttive inefficienti, tagliare investimenti inutili, ristrutturare le banche. Lui dovrebbe sancire la sua presa di potere e riuscire ad avere meno pressioni politiche. Per quanto, tutte le volte che ha toccato l’economia, ha fatto un disastro. Il governo di cui è capofila è stato bravo ad assumere il potere e a espandere la Cina verso l’esterno. Nonché a fare un po’ di pulizia. Ora dipende da chi si circonderà. Staremo a vedere. Di certo il progetto della Via della seta è una bella idea, costosissima però. E i soldi non ci sono. Per questo il Paese ha aperto il mercato dei bond agli stranieri. Starei lontano da questa piazza, dal punto di vista finanziario e degli investimenti, se dovessi dare un consiglio. Sono potenti, furbi, intelligenti e grandi lavoratori. Hanno troppi soldi e non li fanno fare agli altri”. >>
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Articolo di Benedetta Gandolfi, Wall Street Italia, 17/10/2017
 

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