Anche se un giorno il Presidente Al Sarraj , in Tripolitania , ed il Generale Haftar, in Cirenaica dovessero mettersi d’accordo trovando finalmente una formula che consenta alla Libia di superare l’attuale dualismo di Governi e Parlamenti – entrambi parzialmente legittimati ed ambedue in pari tempo parzialmente delegittimati – resterebbe comunque ancora un grande ostacolo da superare per riportare ad unità il paese: quello del Fezzan.
Fezzan. Un nome che designa la metà meridionale della Libia , quella più desertica ed
evoca episodi storici non più tanto recenti , di beduini indomiti (ricordate Omar El Muktar?) inseguiti da reparti di ascari e da squadroni coloniali di meharisti e savari.
Un nome per molti versi circonfuso di romanticismo e di leggenda ; era qui che operava il nostro “Squadrone bianco ” del famoso film di Gennina , degli anni trenta del novecento . Fu qui che supero’ le prime prove africane Amedeo d’Aosta , prima di imboccare la strada che lo avrebbe portato alla carica di viceré in Etiopia e poi alla gloria dell’Amba Alagi .
Fezzan. Un nome che indica una terra che Italia e Francia si sono a lungo contesa , senza arrivare mai a definire con precisione dove terminasse la Libia ed iniziasse il Ciad. I due paesi rimasero così separati da una terra di nessuno di sovranità incerta , la ” Striscia di Auzou” .
Più tardi il Colonnello Gheddafi ed il Generale Haftar , allora ancora gheddafiano , avrebbero cercato invano di conquistarla finendo col restare coinvolti in una guerra col Ciad . Che tra l’altro persero malamente , tentando di opporre forze statiche ad attaccanti mobilissimi.
L’ultimo sforzo ufficiale per portare il Fezzan nell’area del suo impero la Francia lo fece al termine della seconda guerra mondiale , allorché erano in corso le trattative per decidere che fine dovessero fare le colonie dell’Italia sconfitta. A gestire il problema De Gaulle mise il più carismatico e conosciuto dei suoi Generali , Philippe de Hautecloque detto Leclerc , che proprio in Fezzan aveva guidato la prima azione vittoriosa della Francia Libera conquistando l’Oasi di Cufra. Questa seconda volta però il deserto fu più forte del generale normanno che scomparve volando sul Fezzan , in un incidente aereo che per alcuni aspetti può ricordare quello occorso a Mattei una decina di anni dopo.
Anche se ufficialmente italiana o francese la sovranità reale del Fezzan e di molte aree saheliche contermini non appartenne però mai ad alcun paese europeo. Essa rimase invece sempre saldamente nelle mani delle due grandi etnie nomadi , i Tuareg ed i Toubu, che ivi la esercitano da secoli nel quadro di civiltà che riconoscono i tradizionali diritti etnici o familiari di sfruttamento delle risorse locali , rifiutando però assolutamente l’idea stessa di stato ,con il relativo contorno di cittadinanza , leggi scritte e frontiere.
C’era un unico modo per riuscire a convivere con queste etnie di feroci guerrieri di razza – i Tuareg sono conosciuti come “I signori della spada” ed i Toubu sono combattenti forse addirittura più valorosi dei Tuareg – ed e’ quello di arruolarli sotto le proprie bandiere e permettere loro di guadagnarsi la vita continuando a portare le proprie armi ed a fare l’unico mestiere che ritengono onorevole, quello del soldato .
L’Italia inserì i Tuareg nelle unità cammellate delle sue Truppe Coloniali. La Francia in un certo senso continua ancora ad utilizzare militarmente i Toubu . A seguito di un accordo fra Parigi ed il Ciad , ove essi sono l’etnia dominante , duemila soldati Toubu si schierarono con la Legione Straniera francese per contrastare l’ondata terroristica che rischiava alcuni anni fa di travolgere il Mali. E fu ai ciadiani che vennero affidati i compiti più pericolosi!
Chi però aveva portato a livello di vera e propria arte l’utilizzazione delle due etnie nelle proprie Forze Armate era il Colonnello Gheddafi. Inquadrati nella cosidetta Legione Libica , ben pagati , modernamente armati ed equipaggiati , coccolati con provvidenze di ogni tipo destinate alle loro famiglie , Tuareg e Toubu avevano finito col dipendere dal Colonnello in un rapporto che era unicamente personale e che essi hanno puntualmente onorato .Combatterono infatti per lui sino all’ultimo , e combatterono bene.
La morte di Gheddafi li ha da tempo lasciati liberi di tornare alla loro vita di sempre reclamando per se stessi l’assoluto controllo del territorio di cui sono sovrani e reinserendosi rapidamente nella fitta rete di traffici illeciti che caratterizza l’intera area del Sahel. In questa zona in cui le frontiere contano poco o nulla si incrociano infatti le strade del contrabbando di sigarette e di avorio , dei traffici di droga , del commercio di esseri umani , della gestione di ostaggi occidentali rapiti a fine di riscatto. Un calderone infernale cui gli ex miliziani del Colonnello hanno aggiunto una ulteriore componente : la vendita di armi potenti e modernissime provenenti dai muniti arsenali della Libia di un tempo.
Il Fezzan , la regione che essi dominano , e’ oltretutto il cuore di una area terribilmente inquieta in cui confluiscono e si confrontano influssi estremisti provenienti dalla Fratellanza Islamica Egiziana , dal caos di Cirenaica e Tripolitania , da frange meridionali del territorio di Algeria e Tunisia in cui domina Al Qaida nel Magreb Islamico (AQMI) , da Boko Haram , presente in Camerun , in Ciad ed in Niger oltre che in Nigeria….
A rendere più complessa la situazione e più pericoloso il cocktail ha poi contribuito anche l’afflusso dei superstiti ISIS della sconfitta di Sirte , incamminatisi tutti verso il sud nella idea che il Fezzan possa divenire domani la nuova sede del Califfato nel caso in cui la battaglia in corso in Siria ed in Iraq dovesse concludersi con la definitiva sconfitta delle forze locali di Al Bagdadi.
Una ipotesi che , oltre a far tramontare definitivamente ogni speranza di ripristino della unità’ libica , rischierebbe di rivelarsi per molti aspetti estremamente pericolosa per l’intero l’Occidente. Dovremmo quindi muoverci per tempo , prima che la situazione si incancrenisca , magari anche cercando di legare al nostro carro i “signori della spada” con i sistemi utilizzati a suo tempo da Gheddafi , trasformandoli da potenziali accaniti avversari in strenui difensori di quell’ordine che a noi interessa ripristinare.
Assurdo? La polizia francese inizio a funzionare quando Napoleone pose alla sua testa Vidoq , fino a poco prima il miglior ladro di Parigi!
Articolo pubblicato su La Stampa, 01.04.2017
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