La prossima start up di Alberto Forchielli

In anteprima mondiale, ecco il prossimo business che mette in moto Alberto Forchielli. Ed è una start up che nasce da una mia idea illuminante. Pazientate un attimo e ci arriviamo.

Alberto, sei tornato a Hong Kong. Come hai lasciato Bangkok e la Thailandia? “Bangkok è meravigliosa e la gente è divertente e gioiosa e rispetto agli anni passati sono molto migliorate le infrastrutture e oggi funzionano egregiamente. Ormai è diventata una grande megalopoli internazionale. Hong Kong e Singapore sono costosissime come Londra, mentre Bangkok è un hub alternativo con prezzi ancora ragionevoli e con prospettive interessanti di ulteriore crescita. Invece la Thailandia come Paese vive un rapporto duale con Bangkok. La crisi politica e l’instabilità degli ultimi 15 anni, la contrapposizione voluta dal populismo dei governanti tra città e campagna, dualità che per altro esiste in tutta l’Asia, tra privilegi e povertà, l’ha frenata nel fenomeno chiamato ‘trappola del reddito medio’ che in sostanza non consente di andare oltre.”

Puoi farci degli esempi concreti? “Quando vado in un posto nuovo per capire il livello di sviluppo economico e di prospettive di business guardo come sono messi con i settori fondamentali di oggi: internet, mobile, biotecnologie, droni… Bangkok è sul pezzo, il resto della Thailandia no.”

Be’, se l’analisi è questa… “Sì, certo, l’Italia è nella preistoria.”

Paese duale vuol dire che… “Significa grande Bangkok, piccola Thailandia. Che è la stessa cosa che capita vicino a noi. Grande Londra, piccola Inghilterra, che non c’entra proprio un cazzo con la sua capitale.”

A smog come si sta a Bangkok? “Pensavo molto peggio. Mi erano arrivati segnali allarmanti invece non lo avverto. Io lo smog lo misuro con le giornate di sole. A Hong Kong compare giusto due volte all’anno. Quando esce il sole a Hong Kong cancello gli appuntamenti e mi fiondo in piscina, te lo giuro. A Bangkok c’è sempre il sole, come a Singapore, che è un paradiso terrestre.” 

Esco dall’Asia. A tuo avviso riusciremo a ripristinare i rapporti di partnership storica che avevamo con Russia e Libia dopo tutti i casini di questi tempi? “C’è da dire che noi italiani siamo davvero sfigati perché la comunità internazionale sanziona sempre i Paesi dove noi facciamo business. Detto questo, con la Russia sicuramente sì. Nei giorni scorsi ho parlato con imprenditori italiani che investono in Russia e mi hanno detto che è piena di italiani che sono andati là a fare la mozzarella, tanto per dire. E poi le sanzioni faranno bene ai russi, perché storicamente amano mangiare, bere, scoreggiare, trombare ma lavorare mai e poi mai, mentre adesso sono costretti anche a lavorare. Per la Libia invece è un casino. Sono negativo, almeno per il breve periodo.”

Ma tutti gli investimenti finanziari che aveva fatto Gheddafi sui listini di mezzo mondo che fine hanno fatto? “I soldi sono ancora lì e il governo formalmente riconosciuto dalla comunità internazionale ne può usufruire come gli pare. Il discorso cambia se l’ISIS conquista la Libia. A quel punto possiamo requisirli.”

Cosa mi dici di Roberto Helg, presidente della Camera di Commercio di Palermo e vicepresidente dell’aeroporto “Falcone e Borsellino” e, soprattutto, paladino antiracket, beccato con una tangente da 100mila euro per prorogare il contratto d’affitto a un ristoratore dentro l’aeroporto palermitano? “Solo in Italia ci sono queste ipocrisie. Tutte le volte che vedo i paladini anti qualcosa mi chiedo se lo siano veramente. Nel caso di Roberto Helg siamo di fronte a un fenomeno. Ha un futuro da family banker.” 

Carlo Orsini non so come sia inquadrato fiscalmente. Cioè se abbia la partita iva o sia un co.co.pro o titolare di una ditta uninominale… A parte l’aspetto formale, di mestiere fa il killer. La sua area di competenza è Roma. Tra il 2013 e il 2014 ha ucciso diverse persone, assoldato da trafficanti di droga e da piccoli criminali. Il tariffario era di 25mila euro per l’omicidio e 3mila euro per ferire. Facciamo una start up? “Mi sorprendono i prezzi bassi. La deflazione si vede anche qui. I margini restano comunque interessanti ma è un’attività domestica che non puoi esportare perché ogni Paese ha la sua nicchia specifica. Fare il killer in Italia è un mestiere sicuro perché con l’inefficienza della nostra giustizia è altamente improbabile che si verifichino tutte insieme le criticità del settore: farti prendere, riuscire a non scappare e risultare colpevole. E se proprio finisci in galera, al massimo sconti 10 anni e poi sei fuori. E quando un killer è in galera sta come un pascià. Tutti lo rispettano, lo fanno vincere a Tressette pur di non farlo incazzare. Insomma è come se fosse in vacanza alle Canarie. Dai, lavoraci, quanto ci metti a buttare giù un business plan?”

In due o tre giorni te lo preparo… “Cazzo, vedi, la differenza tra un cinese e un italiano è tutta qui. Un cinese mi avrebbe detto: ‘È pronto per domattina alle 8. È troppo tardi?’ Vai a cagare.”

Ho come la sensazione di aver perso un’ottima opportunità…

Forchielli intervistato da Michele Mengoli per Oblòg (16 Marzo 2015)

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