La leadership mondiale in discussione. Da una parte il Trumpismo e dall’altra la Cina con il portafoglio quasi vuoto.

Magari non ve ne siete accorti perché si tratta di una notizia intangibile, non frutto di un evento singolo, magari un tragico fatto di sangue ripreso in diretta dai media e rimbalzato in pochi minuti in ogni angolo del pianeta. Ma il suo valore può avere un significato altrettanto epocale.
I cinesi hanno finito i soldi.
Eh?
Come dite? Che fine hanno fatto i 4 trilioni di dollari che avevano come riserve valutarie inattaccabili?
Semplice, spariti.
Sono stati spesi senza finire l’opera; ossia la conquista del mondo con quegli stessi soldi.
Sì, forse proprio finiti del tutto non sono, però il trend va in questa direzione.
Da anni, lo sappiamo, lo sforzo del governo cinese è quello di soppiantare il dollaro con il renminbi come moneta di riferimento nel lungo periodo a livello mondiale. Per giungere a questo scopo serviva dunque un mercato interno sempre più trasparente e aperto al flusso di capitali in entrata e in uscita. Tale meccanismo, però, ha innescato una variabile imprevista: la colossale fuga di capitali cinesi verso l’estero. Parliamo di almeno 1.500 miliardi “volati via” tra il 2014 e il 2016 (dati People’s Bank of China). Denari fuoriusciti soprattutto per il rallentamento della crescita interna, per la debolezza dello yuan e per il crescente aumento dei tassi di interesse negli USA, tutti aspetti che hanno incoraggiato i cinesi a investire in altre valute.
Per limitare i deflussi di capitali, il governo è diventato molto più rigido nell’autorizzare gli investimenti all’estero e ora servono approvazioni molto più severe per le grandi acquisizioni oltre a fornire un valido motivo lavorativo per lo spostamento di fondi fuori dal Paese. Ma si tratta di una mossa alla stregua del nostro proverbiale “chiudere la stalla dopo che sono scappati i buoi”.
Ora si apre una nuova epoca. Mentre da una parte in molti pensano che gli USA siano a fine corsa, dall’altra parte le principali difficoltà nei prossimi anni dovranno affrontarle i cinesi, che negli ultimi decenni hanno sapientemente comprato il loro ruolo nel mondo (conquistando i Paesi comprandoli o quantomeno comprandone gli asset più strategici); ma con pochi soldi nelle proprie casse potrebbe essere che non hanno più le risorse necessarie per completare l’opera.
Perciò il passaggio di leadership mondiale dall’America Trumpista alla Cina di Xi Jinping non è per niente scontata.
Così adesso ci aspetta un mondo incompleto e contraddittorio dove perdenti e vincitori non sono affatto definiti. Perciò sapete cosa vi dico? Meglio restare “liquidi” e aspettare gli eventi. Ah, mi raccomando, cercate di non fare affermazioni roboanti o azioni impulsive. Insomma, volate bassi e scansate i sassi.
 
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