Paolo Forchielli era sotto-tenente del Gruppo Bergamo, 33 batteria, Divisione Tridentina, tornarono in armi con gli sbandati dietro, ho rivissuto tante volte questa epopea nelle riunioni dei reduci. Erano uomini di un’altra galassia. L’Italia buona del dopo-guerra l’hanno fatta loro. Non erano mai stanchi, mai si lamentavano, la polemica e la protesta era un atteggiamento sconosciuto, non tolleravano la doppiezza e la disonestà, non conoscevano la paura, l’angoscia, il pessimismo, la fame, il freddo, erano solo grati di essere vivi, avevano vivo il ricordo dei compagni caduti, odiavano il fascismo, amavano la Patria senza retorica, hanno lavorato come bestie con grande onestà tutta la vita, la pensione era un fastidioso dosso burocratico. Mi tolgo il cappello e mi inchino alla memoria di questi eroi il cui ricordo illumina spesso la mia giornata, grato, perché grazie a loro ho vissuto una bella vita e grazie anche a loro posso urlare Viva l’Italia ❤❤
Medaglia d’Oro al Valor Militare
Decreto 31 dicembre 1947
Sulla steppa arsa dal sole e sulla nuda gelida sponda del Don, i Gruppi Bergamo, Vicenza e Val Camonica per lunghi mesi si prodigarono con fiero sacrificio in diuturna gara di dedizione per concorrere in modo decisivo, col loro fuoco tempestivo ed infallibile e fino alla conclusione sempre vittoriosa, ad ogni combattimento degli intrepidi battaglioni alpini. Nelle durissime vicende del ripiegamento dal fronte del Don, compatti nella fede, tenaci pur nel tormento del gelo, della fame, degli stenti e della bufera implacabile, solcano con volontà sovraumana per centinaia e centinaia di chilometri la steppa nevosa e infida, stroncando col tiro micidiale dei pezzi, con titanico sforzo spinti a braccia, l’impeto di soverchianti forze nemiche, ne inchiodano i carri armati, ne smontano le artiglierie.
Dappertutto presenti, con indomito coraggio affrontano anche il sacrificio supremo pur di spezzare ogni nuovo ferreo cerchio avversario. Dopo undici battaglie, esaurite le munizioni, vinti dagli stenti i muli fedeli, ridotti nel numero a pugno di leggendari eroi, stremati da inenarrabili sofferenze, si affiancano ai resti gloriosi dei battaglioni alpini e in ripetuti assalti, lanciandosi all’arma bianca col disperato supremo furore di cui è tessuta la storia radiosa delle invincibili Fiamme Verdi, stroncano l’impeto nemico, ne contengono l’irruente avanzata, creano la premessa indispensabile alla ripresa ed aprono con essi l’ultimo più ostinato cerchio avversario che li vorrebbe togliere alla gioia di servire la Patria fino alla vittoria (Fronte russo – Medio Don, agosto 1942 – febbraio 1943).
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