Jand Yellen è andata controcorrente. La segretaria al Tesoro americano l’altro giorno in un discorso alla School of Advanced International Studies della Johns Hopkins University. ha parlato della necessità di una relazione economica «costruttiva» e «sana» tra Stati Uniti e Cina, in cui le due nazioni possano lavorare insieme per affrontare le sfide globali nonostante i loro contrastanti interessi di sicurezza nazionale e di espansionismo economico. Il discorso della titolare del Tesoro è uno dei più completi e articolati mai forniti da un ministro di Biden sulla posizione dell’attuale amministrazione nei confronti della Cina. Il discorso ha avuto un tono pragmatico ma notevolmente positivo dopo mesi di accresciute tensioni tra le nazioni, per la vicenda dei palloni spia cinesi e il viaggio previsto e cancellato del segretario di Stato Antony Blinken. Il segretario al Tesoro ha sottolineato l’importanza di garantire gli interessi della sicurezza nazionale americana. nonché di proteggere i diritti umani. Ma ha anche sostenuto, mettendo da parte anni di posizioni anti cinesi degli Stati Uniti. anche quelle piu radicali dall’amministrazione Trump in poi, che la crescita dell’economia cinese non è una minaccia per la leadership economica globale americana. «La crescita economica della Cina non deve essere Incompatibile con la leadership economica degli Stati Uniti». ha affermato, aggiungendo: «Non cerchiamo di separare la nostra economia da quella cinese». Per questo la Yellen è andata controcorrente con le mie parole. E di sicuro ha irritato molti parlamentari repubblicani c democratici e anche colleghi di governo. Del resto, non è un caso se 1’85% dell’opinione pubblica americana, secondo un sondaggio IW, veda la Cina come un nemico. Non c’è nulla su cui democratici e repubblicani siano d’accordo se non sul fatto che la Cina sia un pericolo per l’America, e che vada contenuta. D’altro canto, è quasi naturale che un’economista che è stata governatore della banca centrale americana – abituata a misurare i termini – e che si trova ora a occupare la poltrona di ministro del Tesoro usi parole di preoccupazione davanti alla prospettiva del decoupling cinese. alla rilocalizzazione della produzione delle aziende americane fuori dalla Cina in Settori strategici . Da sempre l’esigenza di sicurezza nazionale e l’economia non vanno d’accordo. Perché per definizione la sicurezza nazionale tende a privilegiare l’autarchia. In tutti i modi è ovvio che un decoupling perfetto non sarà mai possibile. Troppe esportazioni cinesi sono fatte da multinazionali americane. Troppi prodotti cinesi entrano nelle catene di produzione di aziende americane. Troppi sono i settori industriali americani che sono stati spazzati via dalla globalizzazione e dalla concorrenza cinese. Probabilmente la ex govematrice della Fed dopo il suo discorso e la sua mano tesa a Pechino sarà il primo membro del governo americano autorizzato a entrare in Cina. adesso che Xi Iinping non risponde più neanche alle telefonate di Biden. E a giocare la parte del poliziotto buono versus il poliziotto cattivo. Secondo la Yellen la crescita economica cinese non sarebbe una minaccia per la leadership economica globale americana. Ma di fatto non è così. Come insegna il professor John Mearsheimer, uno dei capostipiti del realismo politico offensivo, comunque si giri la frittata la Cina non potrà mal abdicare alla sua ambizione di diventare leader in Asia. Non è possibile che una grande potenza diventi egemonica se non esercita una potenza egemonica in una qualche area del mondo. E quindi è scontato che la Cina debba diventare il padrone dell’Asia. Taiwan o non Taiwan. Gli Stati Uniti negano alla Cina questo privilegio potendo contare su presidi militari in Corea del Sud, in Giappone e nelle Filippine. oltre al protettorato su Taiwan. Nonostante le parole di Yellen quello tra Stati Uniti e Cina è uno scontro che nessuno dei due sembra voler davvero evitare. E come Mearsheimer insegna, la geopolitica vince sempre sull’economia. Quindi la Yellen potrà esercitare questo suo ruolo di poliziotto buono, potrà essere invitata a Pechino, potrà avere colloqui fruttuosi con i suoi colleghi cinesi ma le possibilità che possa modificare davvero il corso degli eventi sono molto limitate.
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I perché di un discorso fuori dal coro. Ma la geopolitica vincerà sull’economia.
Alberto Forchielli23 Aprile 20233