Gli insegnanti sono le persone che, dopo la famiglia, incidono di più nella formazione di un giovane, in termini sia di competenze sia di carattere. Sono coloro che sanno trasformare le parole di un libro in conoscenza, e che possono rendere vivo e interessante un argomento stimolando, arricchendo e formando il futuro di uno studente. È molto probabile, infatti, che anche il tuo futuro verrà segnato dall’incontro con uno o più professori che riusciranno a stimolare in te l’amore per alcune materie rendendole uniche, magiche, degne di essere approfondite.
Sebbene gli insegnanti siano il cuore pulsante della scuola italiana – hanno in mano il potere di formare, educare e trasmettere conoscenze ai nostri ragazzi – per loro non esiste, a oggi, un vero sistema premiante, a parte la stima e il riconoscimento di studenti e genitori.
La politica è miope, non vede che l’investimento in educazione e in cultura non solo paga bene e a lungo termine, ma soprattutto è un investimento ef cace in tempi di crisi, perché sono le idee e le innovazioni a cambiare i paradigmi del mondo, non il conformismo e la mediocrità.
Nella scelta del proprio percorso di studi, il tipo di scuola e la bravura degli insegnanti sono dunque cruciali, ma spesso non viene attribuita loro la giusta importanza.
L’incapacità strutturale dello Stato di piani care per tempo il futuro e le necessità lavorative in Italia ha portato alla de nizione, spesso tardiva, di specializzazioni, indirizzi, opzioni, corsi, possibilità in cui il concetto di base è sempre e soltanto uno: gli studenti devono essere conformati all’interno di scuole specializzate che offrano molte opzioni o indirizzi, in modo da poter rappresentare la richiesta lavorativa nel mondo. In questi percorsi la possibilità degli insegnanti di incidere direttamente nel processo educativo è sempre molto ridotta, e quella di uscire dal tracciato è pressoché nulla. Il sistema non solo è autoreferenziale, ma ha anche la pretesa di capire la complessità del mondo con anni di anticipo e in modo de nitivo, senza possibilità di errore. Ma l’insegnamento non avviene nelle commissioni o in parlamento, bensì nelle scuole.
Il punto è che l’insegnamento non è una questione meccanica di causa ed effetto, ma è qualcosa di umano, fatto tra persone, e quindi, per de nizione, molto soggettivo.
Non esistono sistemi o scuole al mondo che siano meglio dei loro insegnanti: per quanto imbrigliati e limitati da una folle e continua burocrazia, questi restano il vero motore della scuola.
L’importante nella scelta dell’istituto e dei suoi insegnanti, alla ne, è la possibilità di imparare. Trovarsi in una classe con un professore che insegna la sua materia non basta: ciò che conta è che sia capace di fare in modo che tu possa apprendere. Perché insegnare e imparare sono correlati, ma non sempre il secondo è la conseguenza del primo. Ecco perché è importante cercare di capire chi saranno i tuoi professori e quali saranno gli stimoli che ti verranno offerti. L’educazione non è una questione di controllo o di comando, ma di ambiente, che deve darti strumenti e opportunità per un futuro migliore.
Ricordati
– Sono gli insegnanti a fare grande una scuola.
– Imparare è il vero obiettivo del frequentare una scuola e i voti sono la valutazione della tua conoscenza.
– Il titolo di studio, senza la conoscenza che ne è alla base, non serve a nulla (all’estero più che in Italia).
Lo sapevi?
– L’Italia dispone del corpo insegnante più anziano dei Paesi OCSE. Il 47,6% degli insegnanti della scuola elementare e il 61% degli insegnanti della scuola secondaria di primo grado hanno più di cinquant’anni (dati OCSE, 2011).
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Alberto Forchielli, Manager Italia, 17.01.2017
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