Ci sono tre date importanti per la Cina in questo secolo. La prima: il 2021, anno in cui Pechino celebrava i 100 anni dalla nascita del Partito comunista e puntava al superamento della povertà: obiettivo centrato, nonostante i problemi del Covid. La seconda data e it 2049, anno in cui si celebreranno i cent’anni dalla nascita della Repubblica popolare cinese. Per quell’anno l’obiettivo di Pechino e quello di diventare la prima potenza economica mondiale superando gli Stati Uniti. II presidents americano Bill Clinton negli anni Novanta parlava già di questa sorpasso e ipotizzava una data attorno all’anno Trenta del nuovo millennio.«Avverrà prima del 2049 secondo le ultime slime degli esperti. Tra il 2030 e il 2035, spiega Alberto Forchielli, partner fondatore di Mindful Capital Partners, intervenuto ieri alla tavola rotonda dedicata a «Taiwan e allanuova guerra fredda», assieme a Fabio Scacciavillani, founding Partner e Strategist di NextExperiencee alla ricercatrice dell’Universita di Trento Giulia Sciorati, esperta di politica contemporanea cinese. La terza data é il 2027, quando ricorrerà il centenario della fondazione dell’Esercito Popolare di Liberazione.«Entro quell’anno -dice Forchielli- Xi Jinping cercherà di conquistare Taiwan. Sarà una guerra tecnologica con droni, navi e aerei. Con meno uomini. E durerà meno di quella Ucraina. lo sono convinto che la Cina per quell’anno cercherà di conquistarla». L’isola Stato abitata da 24 milioni di persone grande poco meno della Svizzera – e in certo senso essa stessa Svizzera d’Asia per lo sviluppo tecnologico ed economico – é diventata negli ultimi anni lo snodo dello scontro tra Stati Uniti e Cina nell’Asia Pacifico. Il centro della nuova guerra fredda. «Gli Stati Uniti – spiega ancora Forchielli – non possono permettersi di perdere Taiwan, perche a quel punto Corea del Sud e Giappone si troverebbero senza l’ombrello americano, indifese davanti al colosso cinese. La seconda guerra fredda e già cominciata. «Con il mondo diviso in blocchi tra i paesi Ocse democratici, e i paesi autoritari – spiega Scacciavillani – ma non tutti lo hanno ancora capito. E successo anche durante la prima guerra fredda quando Winston Churchill nel 1946 fece quel famoso discorso in cui parlava della Cortina di ferro e del rischio di guerra con l’Unione Sovietica fu molto criticato e molti dissero che era un guerrafondaio. Lo spartiacque allora fu lo scoppio della guerra in Corea, nel 1950-53: Allora tutti capirono che il mondo si era diviso in blocchi. Lo stesso é avvenuto con questa nuova seconda guerra fredda. E lo spartiacque questa volta e stata l’invasione russa in Ucraina». Una visione piu ottimistica é quella di Sciorati che ricorda il fatto che la Cina ha un problema reputazionale da gestire. Per difendere la sua economia e l’espansione commerciale nel mondo». Una guerra a Taiwan se “sul piano interno avrebbe di sicuro l’effetto si rafforzare l’orgoglio nazionale, sul piano esterno aumenterebbe ancora di piu la diffidenza verso Pechino». I problemi della Cina con Taiwan si sono accentuati a partire dalla presidenza Trump, nel 2016. Prima ancora del suo insediamento il Tycoon come uno del primi atti telefonò alla presidente taiwanese Tsai Ing-Wen. Una telefonata che fece infuriare i cinesi più della visita di Nancy Pelosi. Da allora é stato un crescendo. Di diffidenza e ostilità. I toni guerrafondai cinesi cosi come le manovre militari attorno all’isola si sono fatti più frequenti. Alcuni osservatori, come l’ex segretaria di stato Usa Hillary Clinton tuttavia sostengono ora che dopo il mezzo fallimento dell’invasione russa in Ucraina, guerra lampo diventata un pantano, Xi potrebbe essere più prudente davanti alla prospettiva di occupare l’isola. L’ultimo G7 appena concluso in Giappone peraltro ha prodotto una presa di posizione molto forte delle sette grandi potenze contro l’espansionismo economica cinese nell’Asia Pacifico e la crescente militarizzazione del Mar Cinese Meridionale. Una presa di posizione che ha fatto infuriare Pechino. Forchielli sostiene che la Cina di Xi, presidente al terzo mandato, ormai eterno, nonostante questi segnali di fumo che arrivano da più parti, alla fine per mostrare al mondo la sua potenza non potrà non prendere Taiwan.
L’intervista di Riccardo Barlam su Il Sole 24 Ore