In effetti, se uno ama Alberto Forchielli, Facebook per lui è una miniera d’oro, una fonte inesauribile di forchiellismo allo stato puro. Difatti possiamo seguirlo in diretta per quasi tutta la giornata, compreso quando è steso sul divano o in piscina oppure quando va a fare un check up medico e scopriamo che ha le caratteristiche fisiche di un linebacker della NFL, con il suo metro e 86 centimetri di altezza per 127,7 chili di peso (ecco, magari il tipico difensore nel football americano ha una distribuzione un attimino differente della massa magra ma si tratta ovviamente di un dettaglio marginale per noi forchiellisti). E a parte le gag seguitissime, a me lasciano senza fiato le sue sintesi fulminanti sulla realtà oppure vere e proprie genialate, come quella del 4 luglio quando si è inventato questa roba: “Ogni giorno tirerò fuori un Italiano di cui andare fieri, DOVETE SMETTERE DI GUARDARE GLI ITALIANI CHE VEDETE IN TV O SUI GIORNALI, siamo stati un popolo grande e come tutti abbiamo fatto errori, ma solo ritrovando le nostre radici possiamo trovare una strada verso il futuro.”
Alberto, l’ho trovata una bomba ’sta cosa di un grande italiano al giorno: Fermi, Caccia Dominioni, Matteotti, Primo Levi, Dino Zoff, Enzo Ferrari, Indro Montanelli, Ennio Morricone, Verdi, Puccini, Rossini, Serafino Ferruzzi, D’Annunzio, Marconi, i militari di El Alamein, i carabinieri di Nassirya, Leonardo Chiariglione (il padre dell’MPEG e quindi degli MP3), Oriana Fallaci, Garibaldi, Mastroianni, Andreatta, Margherita Hack, Alda Merini… “Fellini, Sergio Leone, Fibonacci, Perlasca, Enrico Mattei, Giulio Natta, Adriano Olivetti, Michele Ferrero, Falcone e Borsellino… Dopo meno di un’ora dal mio post, quando in Italia erano appena le 9 di sabato mattina, c’erano già più di 300 nomi. Ho scatenato una roba incontenibile. Mi è venuto il torcicollo e male alla mano a forza di scrivere e riscrivere i nomi che continuavano a segnalarmi…”
Che cosa significa un simile successo? “Vuole dire che c’è voglia di ripartire dalle radici, dalla migliore tradizione morale del nostro Paese. Quindi il messaggio è giusto: spegnete la tv e smettetela di guardare Renzi e Salvini, De Luca e Azzollini. Un giovane guardando l’Italia di oggi non può essere fiero di essere italiano ma se scopre di che pasta sono fatti certi nostri antenati le cose possono cambiare. Dobbiamo ritrovare i valori positivi dei nostri 150 anni di storia e riscoprirci orgogliosi di essere italiani. Va bene la crisi economica, nel senso che la si può sopportare, ma basta con quella dei valori. Deve scattare il messaggio del ‘vorrei essere come lui’, ritrovando modelli e riferimenti corretti, sani. Non in Berlusconi, nelle veline o nei calciatori ma verso i grandi italiani del passato, anche recente o nei confronti dei pochi meritevoli del presente, che peraltro spesso nessuno conosce. Siamo un grande popolo, con tanti difetti, ma tantissime eccellenze e quando guardo indietro trovo il coraggio di guardare avanti.”
A proposito di guardare avanti. Penso all’immagine del pensionato greco disperato, accasciato a terra e sullo sfondo la lunga coda per ritirare la pensione. Penso alle mille ipotesi a danno della gente comune di Grecia, con le banche chiuse, l’impossibilità di accedere ai propri risparmi e con l’ipotesi dei prelievi coatti sui conti correnti. E mi sorprende che non scatti nessuna rivolta ma solo disperazione. Come capita in Italia, che di fronte alle ruberie di decenni abbiamo smesso anche di protestare, con le monetine tirate a Craxi che sono state un esempio unico e forse irripetibile. E intanto, da noi, ai primi di luglio, sempre e ovviamente su direttiva europea, è arrivata l’ennesima proposta – già approvata dalla Camera – contro i risparmi della gente comune. Ossia quella del “Bail-in”, il salvataggio delle banche con i soldi degli azionisti. Il “Bail-out” è il salvataggio dall’esterno, tramite le casse pubbliche, mentre il Bail-in è il salvataggio del sistema con le risorse interne al sistema stesso: i soldi dei correntisti (si parla di una percentuale da stabilire sopra i centomila euro), come è già capitato a Cipro, quando le banche, senza preavviso, hanno chiuso gli sportelli e bloccato i bancomat, e ciucciato il ciucciabile. Cosa dici? “Dico che in alto, tra chi guida il Paese, sia in Grecia che in Italia, c’è un populismo puro del tutto inaffidabile che ha portato al default. Nel caso dei greci è opportuno che lascino l’euro perché altrimenti dovremo mantenerli all’infinito. E dico che in basso, in entrambi i Paesi, la gente comune negli ultimi anni ne ha viste talmente tante di cotte e di crude che ormai è definitivamente rassegnata. Nello specifico della Grecia, non si rendono conto di cosa dovranno sopportare in termini di sacrifici e difficoltà contingenti…”
Dovevano portare via i soldi da lì quando era possibile? “Allora, i ricchi, i milionari, lo hanno fatto per tempo, trasferendo i capitali all’estero. Spero che lo abbiano fatto anche quelli che avevano un gruzzoletto di qualche decina o centinaia di migliaia di euro, prelevando di tanto in tanto e mettendo i propri risparmi nel materasso. E difatti negli ultimi anni in Grecia hanno fatto affari d’oro quelli degli impianti di sicurezza…”
E il Bail-in come lo commenti? “Cazzo, è una operazione giustissima (ride, nota di Herpes), quasi quanto continuare ad avere titoli di Stato italiani…”
Perché ridi? “Perché io in Italia, da decenni, ho solo gli immobili di famiglia, mentre sul conto corrente non tengo neanche 50mila euro. Se non sono in rosso, ho giusto 10mila euro per pagare le bollette. Quindi del Bail-in me ne frego.”
Forchielli Exit.
Forchielli intervistato da Michele Mengoli per Oblòg (10 Luglio 2015)
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