Mettetevi comodi e bando alle ciance, qui si fa la storia contemporanea, mica pugnette.
Alberto, Berlusconi ha venduto al thailandese Bee Taechaubol il 48% del Milan, mantenendo la maggioranza e la presidenza e impegnandosi a investire 150 milioni per il rilancio. E, ciliegina sulla torta, in programma c’è pure lo sbarco del Milan su una Borsa asiatica. Dopo averti mandato via dall’Italia nel 1994, adesso Silvio ti farà sloggiare anche dall’Asia? “Herpes, la mossa di Silvio è logica. Le borse asiatiche tirano da matti e lui deve farci la cresta perché dalla cessione del Milan ha preso molto meno di quello che sperava.”
Be’, per lui il Milan valeva più di 1 miliardo di euro. Con la cessione del 48% ha preso 480 milioni di euro. Più o meno è quello che voleva guadagnarci oppure no? “In Asia si dice che l’accordo sia stato trovato per la vendita del 100% e che Mr Bee nella seconda tranche non gli darà praticamente un cazzo, tipo una manciata di dracme o poco più. Perciò la quotazione del Milan in una borsa asiatica servirà a Silvio per guadagnare altri due spiccioli.”
Questo è gossip davvero potente. Altro ancora? “Mr Bee non è solo. Dietro di lui c’è una banca d’affari e due società. Tutte realtà cinesi.”
Vabbè, quando si tratta di questioni asiatiche sei proprio imbattibile. Visto che siamo in vena, facci sognare con qualche altro scoop esclusivo… “Ti ho mai raccontato la storia del mio viaggio sull’aereo dei servizi segreti, l’incontro con il trafficante di armi e di quando ho menomato il Capo di stato maggiore della Marina Militare Italiana?”
Nooo!!! “Allora, tra il 1997 e il ’98 ho fatto l’assistente di Andreatta quando era ministro della Difesa. Abbiamo venduto dei missili al dittatore indonesiano Suharto per una paccata di soldi, con relative polemiche da martellate sui maroni della sinistra bertinottiana sul fatto che il cattolico Andreatta avesse il coraggio di vendere dei missili ma in ogni modo Suharto poco dopo è stato deposto e l’affare è saltato insieme alla vendita di diverse batterie di missili terra-aria Aspide. Con Andreatta, l’ammiraglio Gianfranco Battelli, capo del Sismi, e l’ammiraglio Angelo Mariani, Capo di Stato Maggiore della Marina Militare, su un Falcon del Sismi da Giakarta siamo andati a Kuala Lumpur, in Malesia, dove si trovavano la ‘Luigi Durand de la Penne’ e la ‘Francesco Mimbelli’ (due nostre cacciatorpediniere che stavano facendo il giro del mondo) per una cerimonia ufficiale in onore del re della Malesia, il nostro migliore cliente di armamenti. Io intanto avevo avvisato i servizi del fatto che Ottavio Quattrocchi, in fuga dall’India, viveva proprio a Kuala Lumpur…”
Chi era Ottavio Quattrocchi? “Un italiano che lavorava in India dagli anni Sessanta, prima come rappresentante della Snamprogetti, poi come uomo d’affari. Era amico intimo della famiglia Gandhi e le autorità indiane lo accusavano di essere un trafficante di armi perché avrebbe pilotato all’esercito indiano una fornitura di cannoni dell’azienda svedese Bofors (che produceva un cannone con una gittata di 20 chilometri) a danno del cannone prodotto dalla francese Sofma, giudicato più adatto perché nei test aveva una gittata di 30 chilometri, una delle condizioni del bando. Io avevo avvisato del pericolo di trovarcelo a bordo durante il ricevimento, perché Bertinotti ci avrebbe tirato fuori i fuochi d’artificio. Nessuno però mi ha dato retta. E invece la prima persona che vedo al buffet è proprio lui!”
Cos’è successo? “Per fortuna io lo conoscevo personalmente e sono stato in grado di visualizzarlo e neutralizzarlo, perché tutti gli altri sapevano chi era ma non sapevano che faccia avesse. Lo vedo e corro da Andreatta e gli dico Professore c’è Quattrocchi! E lui si abbassa come fossimo stati sulla spiaggia di Omaha Beach al D-Day per non farsi fotografare insieme al presunto trafficante mentre io mi precipito da Quattrocchi per convincerlo a scendere dalla nave. Ed è stata la solita sceneggiata all’italiana, con lui che piagnucolava e diceva che non aveva fatto nulla di male. Era una persona simpatica. Allora gli ho fatto fare il giro della nave e poi l’ho mandato giù.”
Che fine ha fatto Quattrocchi? E il suo scandalo? “È morto nel 2013 a 76 anni. Dopo 24 anni dall’inizio dello scandalo indiano il caso è stato chiuso nel 2011, quando un tribunale ha archiviato tutte le accuse. Il giudice ha detto che il Central Bureau of Investigation indiano in 21 anni di indagini non era stato in grado di produrre una qualunque prova legalmente solida per dimostrare le sue accuse.”
Ok, ma aspetta, alla tua storia mancano ancora il viaggio sull’aereo dei servizi segreti e la menomazione del Capo di Stato Maggiore… “A un certo punto al mio fianco mi trovo l’ammiraglio Mariani, il Capo di Stato Maggiore della Marina Militare. Era alto la metà di me ed era magrissimo, con l’uniforme di un bianco luccicante, perfetta, scarpe comprese. Be’, io andando indietro gli ho pestato col tacco la scarpa lasciandogli una impronta nera che lo faceva sembrare un tifoso juventino in curva allo stadio. E con quel pestotto credo di averlo mandato in pensione con l’invalidità. Ci sono rimasto di merda. Mentre il Falcon del Sismi ha portato Andreatta e i due ammiragli da Roma a Giakarta. Io ero a Singapore e con loro sul Falcon ho volato da Giakarta a Kuala Lumpur. È stato il viaggio in aereo più scomodo di sempre. Sul Falcon si stava strettissimi. Peggio ancora dei voli sui Tupolev, quando per la Banca Europea facevo su e giù per i Balcani devastati dalla guerra, senza cinture di sicurezza, con le poltrone rotte e il sedile ribaltato.”
Kipling spostati. È questo il vero Libro della giungla.
Forchielli intervistato da Michele Mengoli per Oblòg (15 Giugno 2015)
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