Alberto Forchielli è da poco tornato da una tournée lavorativa tra Sri Lanka – dove ha anche partecipato al “Sri Lanka Economic Summit 2015” organizzato dalla Ceylon Chamber of Commerce – e Malesia. Sentiamo com’è andata.
Alberto, per prima cosa, ti chiedo di un paio di foto che hai postato con dei granchi giganti in un ristorante. Granchi grandi come cinghiali… “Ero nel tempio mondiale del granchio, il ristorante ‘Ministry of Crab’, a Colombo, al grido di pappa vegana pussa via! Sono eccezionali. Io ho mangiato i Jumbo, perché i Crabzilla, granchi che pesano sopra i 2,5 chili e quindi sono chiamati granchi Godzilla, non c’erano. Poi ne è arrivato uno e sono riuscito a fotografarlo. Sono davvero buoni. Quelle foto hanno fatto più di 850 mi piace. Uno impazzisce a raccontare di macro-economia e geo-politica e la gente va giù di testa per i Crabzilla. Fatevi inculare.”
Cosa sei andato a fare? “È stato un viaggio di networking e di perlustrazione.”
Quando fai il Sandokan nella giungla godo come un riccio. In che senso “perlustrazione”? “Nel senso che da gennaio sposto la mia base operativa da Hong Kong a Bangkok e stiamo valutando se tenere nella nostra mappa questi due Paesi: Sri Lanka e Malesia.”
Che analisi hai fatto? “Ottima. Sri Lanka è l’India in bello. Per fare un paragone, l’India è un enorme Mezzogiorno. Sri Lanka no, si sta scrollando di dosso trent’anni di guerra contro i Tamil e sta finalmente decollando. Il Paese è magnifico e le persone sono carine ed evolute. Vedo molte opportunità nel campo turistico, nel settore delle costruzioni e nell’edilizia. Ed è sicuramente un Paese adatto a ospitare giovani italiani che abbiano voglia di fare, perché ci vogliono bene. In teoria può diventare un’altra Singapore perché è in una posizione strategica e può assurgere a nuovo ponte tra Occidente e Asia, con l’India attaccata. Insomma, potrebbe essere una perfetta base offshore finanziaria.”
E la Malesia, tua vecchia conoscenza ai tempi di Finmeccanica Asia… “Sì, in Malesia ci ho vissuto quattro anni, dal 1994 al ’98 e ci sono tornato diverse volte da allora. Kuala Lumpur è una metropoli alla ‘Blade Runner’. Sono degli idioti perché poteva essere paradisiaca come Singapore e invece non hanno saputo integrare la città con la meravigliosa natura circostante. Perciò c’è zero verde. L’avidità e la stupidità l’hanno fatta diventare una città anomala. Detto ciò, la Malesia è aperta nei nostri confronti e si presta a iniziative nel campo agro-alimentare, nell’arredo, nel design, nell’agricoltura, nella ristorazione e nell’industria di nicchia.”
In conclusione? “In entrambi i Paesi il costo della vita è ragionevole. Certo non si viene qui alla ricerca del posto fisso, ma per giovani con capacità imprenditoriali vedo opportunità a rischi e costi contenuti.”
Su Facebook hai fatto questo invito: “Se avete idee interessanti sono curioso di sentirle, perché dall’anno prossimo questi due paesi ricadranno nel mio campo di operazioni in quanto sarò basato a Bangkok, con ufficio a Singapore, con un occhio attento a ciò che succede in South East Asia e South Asia. Avanti ragazzi, se volete fare qui ce n’è”. Che risposte hai avuto? “Lascia perdere, sono un coglione. È stata una inculata della madonna. Ho ancora il computer che scotta da decine e decine di iniziative in stile piadina e gelateria, senza che nessuno si fosse preso la briga di sapere se almeno la piada può piacere…”
Ma da questa tua tournée non tiriamo fuori nessuna notizia in esclusiva? “Ma scherzi? Ho una bomba! Sul conto corrente del Primo ministro della Malesia hanno trovato 700 milioni di euro e lui si è giustificato dicendo che arrivano da una donazione. Dai, è un genio! E si è fatto beccare perché li ha spostati da una banca malese a una americana senza pensare che un movimento simile potesse dare nell’occhio. Guarda, arrivo a dirti che il problema non è nemmeno quello di rubare, a me sconvolge la stupidità e il senso di impunità. Nel mondo di oggi non servono primi ministri puri, servono bravi. Quando sono dei pirla sono inutili, sia puri che sporchi.”
E anche oggi tutta questa informazione è gratis. I contributi pubblici all’editoria dovrebbero toglierli ai grandi giornali e darli all’Oblòg. Poi noi, che non ne abbiamo bisogno di tutta quella grana, la giriamo in Sri Lanka e Malesia per aprire catene di piadinerie e gelaterie. Avanti ragazzi, se volete fare qui ce n’è.
Forchielli intervistato da Michele Mengoli per Oblòg (17 Agosto 2015)
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