Cercare un lavoro è, in un certo senso, come vendere un prodotto. E il prodotto, come abbiamo detto, sei tu. Questo rende tutto particolarmente difficile, perché è sempre complesso parlare di sé, e soprattutto farlo bene.
Basta una rapida ricerca su Internet per trovare centinaia di migliaia di consigli o format da cui prendere spunto per creare il proprio résumé. Con un po’ di linee guida potrai metterti subito al computer e preparare il tuo «biglietto da visita», ovvero il curriculum.
Alcune indicazioni sono illuminanti: «Il curriculum deve essere minimale, chiaro, ma non per questo deve mancare di tutte le informazioni rilevanti». Oppure: «L’attenzione deve essere rivolta a chi vi legge, perché è importante trasmettere tutte le vostre capacità e tutta la vostra esperienza in poche righe». O ancora: «Dovete piacere e attirare l’attenzione, ma senza risultare banali». Ma a volte è sorprendente non trovare il più semplice dei consigli: «Scrivetelo bene».
Non c’è una regola vera e propria per preparare un curriculum, ma occorre ricordare che alcune sezioni vanno sempre riportate:
• Contatti (nome, indirizzo, telefono, email)
• Attività lavorative svolte
• Formazione
• Studi
Alcune sezioni sono facoltative e vanno inserite solo se funzionali al profilo che stai delineando:
• Breve résumé: un veloce riassunto in cui spieghi chi sei e perché sei unico; massimo due-tre righe, o tre-cinque frasi, da inserire subito dopo i dati anagrafici e subito prima del- la sezione dedicata alle esperienze lavorative. Il messaggio deve essere chiaro, deve lasciar trasparire le tue competenze distintive e suggerire il vantaggio competitivo di assumerti.
• Lingue conosciute.
• Competenze informatiche.
• Soft skills, ovvero personalità, socialità, comunicazione, abitudini, emozioni, interazioni con gli altri. È bene inserire qui
eventuali attività di volontariato.
• Abilitazioni alla guida.
• Referenze, da raggruppare in un documento separato da
tenere pronto nel caso in cui venga richiesto.
• Disclaimer sulla privacy. L’autorizzazione al trattamento dei dati è necessario, perché consente a chi riceve il tuo curriculum a tenerlo presso di sé e a utilizzare i dati che contiene. In realtà sarebbe bene fare tre considerazioni di
carattere generale: la prima è che, di fatto, inviando il curriculum esprimi il tuo assenso a tale trattamento; la seconda è che in realtà il problema della gestione della privacy è di chi riceve i tuoi dati, il quale si dovrebbe preoccupare di ottenere il tuo consenso; la terza è che la gestione dei dati personali è una questione che varia di Paese in Paese, quindi inserire il disclaimer valido in Italia è inutile quando invii il curriculum all’estero. A questo punto è meglio mettere una generica frase di liberatoria.
È bene ribadire e sottolineare che il curriculum deve parlare di te e quindi essere progettato, scritto e finalizzato intorno ai tuoi desideri e alle tue necessità, ma è anche importante ricordare che esistono diversi tipi di curriculum.
Vediamo i più comuni:
• Cronologico: le esperienze lavorative sono elencate secondo un ordine cronologico partendo da quelle più recenti. Ogni esperienza è accompagnata da una breve sintesi della posizione occupata, con il ruolo svolto e gli estremi temporali, cioè l’inizio e la fine. L’enfasi è quindi sulla crescita e sulla carriera.
• Funzionale: l’esperienza si evince dalle conoscenze e dalle competenze acquisite. Vengono riportati esempi di obbiettivi raggiunti e di competenze sviluppate. Qui emergono i passaggi di carriera e la capacità di operare in diversi campi. Le esperienze lavorative, successivamente indicate in ordine cronologico, vengono invece descritte per ruolo, data e responsabilità.
• Ibrido: presenta alcune caratteristiche del modello cronologico e alcune del modello funzionale, in modo da combinare i punti di forza dei due formati.
Esistono molti servizi, a pagamento e non, che elaborano un curriculum standard in base alle informazioni inviate dall’utente, ma le chance di ottenere un buon risultato aumentano se ci lavori attivamente e direttamente.
La maggior parte delle candidature scartate diventano tali dopo un primo, veloce sguardo al curriculum, in genere meno di un minuto. Un secondo sguardo, se concesso, dura circa mezzo minuto, e pochi arrivano a un’ulteriore analisi, di solito inferiore ai due minuti. Ecco perché è importante adattare e personalizzare il curriculum ogni volta che lo invii a qualcuno: saper mettere in luce la tua idoneità all’offerta di lavoro per cui ti proponi è cruciale.
Non pensare che la forma del curriculum sia irrilevante, quindi dedicagli tempo ed energie.
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