Ai confini della realtà…
Negli USA siamo arrivati ai corsi post-laurea su estrazione e utilizzo di materiali rari nello spazio
Ecco qualcosa di estremo a livello di materie da studiare, almeno in riferimento ai nostri parametri nazionali. Infatti, mentre in Italia stiamo ancora dibattendo se ci sia qualcosa di meglio del Liceo Classico o se far studiare ai nostri figli materie scientifiche o umanistiche all’università, negli Stati Uniti d’America, quelli della Colorado School of Mines, sono arrivati a proporre un corso post-laurea sull’estrazione – e l’utilizzo – di materiali rari e preziosi, acqua compresa, in ambito spaziale. Il corso si chiama Space Resources. È diretto da Angel Abbud-Madrid, che presiede anche il Centro per le risorse spaziali di Mines, una famosa scuola di ingegneria situata a Golden, sempre in Colorado. E il primo semestre è iniziato nell’agosto 2018.
L’ambito è quello dello space mining (estrazione nello spazio). Ma questo corso post-laurea a chi si rivolge? Ovviamente agli ingegneri aerospaziali e a tutti gli studiosi della relativa filiera, compresa la robotica, che già ha un ruolo attivo nel settore con i bracci robotici a bordo della Stazione Spaziale Internazionale.
Ma anche in questo caso la scienza sposa il business. Difatti è l’astrofisico Neil deGrasse Tyson a inquadrare la questione in soldoni. “Chi sfrutterà le risorse naturali sugli asteroidi diventerà l’uomo più ricco sulla terra”. Perché? Semplice. Gli asteroidi possono essere composti da metalli preziosi, come platino, oro, ferro e nichel. E l’esempio è quello di 16 Psiche, uno dei più grandi asteroidi della Fascia principale tra Marte e Giove, che ha un diametro di circa 250 chilometri!!!
“Psiche – è scritto su Wikipedia – fu scoperto il 17 marzo 1852 da Annibale De Gasparis dall’Osservatorio astronomico di Capodimonte a Napoli. Fu battezzato così in onore di Psiche, figura della mitologia greca. L’analisi dello spettro elettromagnetico indica una composizione praticamente pura di ferro e nichel”.
E la NASA conta – prima o poi – di esplorarlo. Mentre il suo sfruttamento in termini di estrazione – per ora chiaramente nella pura sfera della fantascienza – varrebbe una cifra enorme inquadrabile in migliaia di quadrilioni di dollari.
A parte l’arricchimento, lo Space mining ha anche la valenza di aiutare l’umanità ad arrivare più lontano nella sua conquista dello spazio perché con l’attuale tecnologia, la stessa acqua può essere raffinata come combustibile per veicoli spaziali. Ecco che la sua presenza sulla Luna – in forma ghiacciata – può rappresentare un carburante preziosissimo per alimentare future missioni su Marte o nello spazio profondo.
È chiaro che questo presuppone altra fantascienza applicata alla realtà perché immaginare una missione lunare per l’estrazione di minerali e acqua (con minatori spaziali che lavorano dentro crateri lunari che con temperature a 26 Kelvin, ossia -247 gradi Celsius, risultano essere di gran lunga tra i luoghi più freddi dell’intero sistema solare) equivale come difficoltà a un viaggio interstellare verso un asteroide in piena corsa nello spazio.
Ma d’altronde l’umanità è arrivata dov’è oggi proprio immaginando la fantascienza e facendola diventare realtà!
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