Dagli auricolari-telefonino ai nanorobot nel sistema nervoso
Dopo che negli Stati Uniti d’America è già possibile telefonare in mobilità senza il telefonino ma solo con l’orologio al polso, ossia con l’Apple Watch e con il relativo iPhone che dev’essere semplicemente entro i confini nazionali, il prossimo passo fantascientifico della telefonia mobile senza telefono in “tasca” è inerente agli auricolari, che presto permetteranno lo stesso procedimento.
Quindi non solo cuffiette per telefonare, “chiacchierare” con la Siri di turno o ascoltare la musica, ma – giorno dopo giorno – saranno sempre di più un vero e proprio apparecchio per la comunicazione libera e trasversale. Difatti, oltre alla telefonata, potranno tra qualche anno dare il via a funzionalità oggi impensabili come la navigazione tele-guidata, la traduzione in tempo reale di un’altra lingua e anche un dialogo costante con il nostro assistente dotato di intelligenza artificiale.
Scenari che mi fanno venire in mente l’orizzonte immaginato da Ray Kurzweil, co-fondatore della Singularity University, che come sapete ho avuto il piacere di frequentare di recente, in una chiacchierata con Peter Diamandis.
Parliamo di scenari di consistenza epocale. Come l’irrilevanza futura del concetto di “Stato-nazione”. Fra trent’anni, di questo passo, con le cuffiette che mi portano ovunque capendo la lingua di tutti, e chissà quali altre invenzioni arriveranno nel frattempo, il ruolo dello Stato (e prima ancora della religione, come ha ormai perso, almeno nel mondo occidentale), di “stabilizzatore” sociale, avrà ancora senso? Secondo Ray Kurzweil no. Straordinariamente interconnessi come saremo, la comunità – intesa sia dal punto di vista dell’identità culturale che della interazione tra persone, capitali e tecnologia – sarà sempre più globale, con le prossime generazioni che si sentiranno decennio dopo decennio sempre più cittadini del mondo e non di una singola nazione, con ben più sintonia per l’affinità di un tema o di un interesse comune che per una bandiera. Che poi è forse anche l’unica speranza per riuscire un giorno a estinguere il debito pubblico italiano…
Scherzo, per estinguerlo ci vuole un’invasione extra-terrestre!
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Segue e termina giovedì 30 novembre.
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