Nel nostro articolo precedente (11 luglio) avevamo spiegato che attualmente i Large language model (Llm), su cui si basano i sistemi di Intelligenza artificiale generativa come ChatGPT, difettano dell’inferenza abduttiva, vale a dire il tipo di ragionamento che, sulla base di dati incompleti, ambigui o inspiegabili riesce a concepire ipotesi plausibili, formula previsioni razionali, o escogita soluzioni a problemi imprevisti.
La mancanza di capacità abduttive impedisce agli Llm di affrontare situazioni mai verificatesi in precedenza o condizioni che mutano cambiano incessantemente o dinamiche non standardizzabili. L’abduzione travalica i contesti costituiti dai database su cui sono allenati i L3m, integra continuamente stimoli intellettuali e sensoriali ed é, in estrema sintesi, la caratteristica umana che diventerà sempre più pregiata man mano che l’IA si diffonderà nei luoghi di lavoro e nella vita quotidiana.
Pertanto alle intelligenze artificiali generative verranno affidati i compiti da svolgere sulla base dello scibile umano acquisito mentre le intelligenze umane verranno dedicate ad ampliare gli spazi della conoscenza. Tuttavia non esiste un confine rigido tra le due funzioni. Per ottenere i risultati ideali occorrerà ottimizzare la combinazione delle due intelligenze e affinarne la capacità di interazione, comprendendo attraverso l’esperienza e i ripetuti tentativi, quali sono i limiti e le potenzialità.
Questa trasformazione renderà obsolete alcune capacità professionali e attributi degli umani. Come la forza muscolare del contadino divenne irrilevante nel passaggio dalla zappa al trattore o dalla falce alla trebbiatrice, allo stesso modo la pignoleria, la memorizzazione, la cura dei dettagli, l’attenzione alle procedure, la conoscenza dei precedenti, la verbalizzazione, la cernita delle informazioni saranno un ricordo del passato. La presenza di impiegati nella pubblica amministrazione potrebbe divenire una vestigia del passato.
Per rimanere rilevanti nel mondo del lavoro occorrerà dimostrare ad esempio di saper di formulare visioni strategiche, pianificare a lungo termine, gestire eventi di complessità imprevedibile interagendo con sistemi di lA.
Se questa interazione vi appare un salto acrobatico nel futuro, sappiate che fra qualche anno potrebbe in realtà diventare preistoria. Intelligenza umana e intelligenza artificiale non rimarranno fisicamente separate a lungo. Esistono già Interfacce cervello-computer (Brain-computer interface o Bci) che permettono la comunicazione tra il cervello umano e i computer. Questi dispositivi utilizzano elettrodi posti sulla superficie del cervello o impiantati nel tessuto cerebrale per registrare l’attività neuronale e trasmetterla a dispositivi elettronici esterni. Il BrainGate o i sistemi sviluppati da Neuralink (la startup fondata da Elon Musk) stanno esplorando come decifrare i segnali cerebrali per permettere il controllo di computer e protesi attraverso il pensiero. Un quadriplegico a cui è stato impiantato un chip di Neuralink riesce gia a muovere il cursore di un mouse su uno schermo di computer con la sola forza del pensiero. E addirittura inizia a muovere i pezzi sulla scacchiera virtuale.
Ma anche gli elettrodi potrebbero essere destinati ad una rapida obsolescenza. Nelle neuroscienze la ricerca si sta da diversi anni orientando verso i nanofilamenti (nanowires), strutture dal diametro di pochi micron, concepiti per interagire direttamente con le cellule cerebrali. Questi filamenti potrebbero potenzialmente essere utilizzati per creare connessioni neurali più precise e meno invasive rispetto agli elettrodi su cui si esercitano gli scienziati di Neuralink. Studi preliminari e esperimenti sugli animali hanno dimostrato che i nanofilamenti possono essere utilizzati per registrare segnali neuronali con alta risoluzione e per stimolare i neuroni in modo selettivo. In sintesi, i nanofilamenti potrebbero essere impiantati nel cervello umano per stabilire connessioni neurali tra cervello umano e intelligenze artificiali bidirezionali iperveloci e a bassa latenza.
In questo campo l’autorita assoluta era il Prot. Charles Lieber, luminare della Harvard University, universalmente considerato come sicuro premio Nobel, fino a quando non è stato arrestato dall’Fbi. Al processo è stato condannato per aver intrecciato relazioni pericolose con il governo cinese in cambio di soldi (non dichiarati) e di un laboratorio a sua disposizione approntato a Wuhan. La guerra senza esclusione di colpi per la supremazia nel futuro è da tempo in pieno svolgimento.
Il nuovo articolo scritto a 4 mani con Fabio Scacciavillani e pubblicato su Il Sole 24 Ore