Torno al tema di martedì scorso sull’agricoltura verticale, o urbana, e al GrowWise Center dell’High Tech Campus di Eindhoven, che è l’eccellenza in questo senso in Europa.
È chiaro che tutto ruota intorno al business. Perciò il GrowWise, in collaborazione con Staay Food Group, sta avviando a Dronten, in Olanda, la prima azienda verticale commerciale d’Europa. Per un impianto che sarà di 900 metri quadrati, con un’area di coltivazione totale di 3mila metri quadrati. Mentre la più grande fattoria verticale del mondo è della AeroFarms, con l’impianto di 70mila metri quadrati a Newark, nel New Jersey (una struttura di Aerofarm ancora più grande verrà realizzata a Shanghai). Oltre a Europa e Stati Uniti, esistono aziende agricole verticali in Giappone, Corea del Sud, Singapore e Canada.
Sempre in chiave di business, la maggior parte di queste aziende sono o verranno realizzate nelle vicinanze di zone densamente popolate. Questo per rispondere alla legge della domanda e dell’offerta. Difatti il rapporto 2014 dell’Onu sulle prospettive urbanistiche prevede che la crescita della popolazione e l’urbanizzazione aggiungeranno 2,5 miliardi di persone alle grandi città del mondo entro il 2050. Tutti potenziali acquirenti delle “lattughe volanti” perché gran parte dei terreni agricoli nel mondo sono già coltivati e anche pensando a una loro ottimizzazione legata allo sviluppo tecnologico, l’agricoltura verticale resta uno sbocco fondamentale per l’alimentazione alimentare dell’umanità di domani.
Un altro aspetto sostanziale del business riguarda i costi. E, oggi, l’agricoltura verticale è ancora molto costosa perché una confezione di lattuga prodotta da GrowWise costa più di una confezione di lattuga organica che costa più di una confezione di lattuga tradizionale. Questo perché l’energia impiegata – ossia le lampadine a led – è maggiore. Ma, come ci insegna la storia, la ricerca e gli investimenti continueranno e con loro scenderanno anche i prezzi.
Con i vantaggi che sono tutti per l’agricoltura verticale, essendo biologica perché non richiede né fertilizzanti né pesticidi e non produce scorie o altri inquinanti, è meno invasiva delle aziende agricole tradizionali e produce raccolti tutto l’anno. Addirittura, pare che le condizioni ottimali nelle camere di crescita siano tali che la verdura prodotta non debba nemmeno essere lavata. In più, con gli impianti così vicini alle grandi città, sarà tutto a “chilometro zero” con verdure sempre freschissime.
Un aspetto negativo c’è. È pur sempre un prodotto artificiale, almeno rispetto all’agricoltura tradizionale (o all’immagine stereotipata che ne abbiamo).
Bisognerà vedere la percezione che ne avranno i consumatori.
Alla GrowWise giurano che per igiene e qualità nutrizionale l’agricoltura verticale è eccellente. Ecco quindi che conterà l’informazione. E per tutto il resto ci penserà il marketing.
Qui la versione PDF
FORCHIELLI DELLA SERA
L’agricoltura verticale come soluzione al pianeta sovrappopolato (II parte). Igienica e meno inquinante, più veloce da produrre e a km zero, solo vantaggi dalla verdura prodotta artificialmente.
Alberto Forchielli22 Settembre 20170
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