Cari amici,
eccomi con la “Posta del cuore – parte quarta”, in risposta al mio super-post del 10 febbraio, dove chiedevo il vostro aiuto perché “non so più di cosa scrivere sui social” e al quale voi avete risposto con centinaia di suggerimenti (a proposito, continuate con le domande)!
Oggi rispondo a Luca Minucelli: “Cosa ne pensi del reddito di cittadinanza? Non tanto nei termini con cui (non) se ne discute in Italia ma come misura da adottare in via generale nelle democrazie europee per far fronte alla contrazione del mercato del lavoro. So che in Finlandia è stato avviato un esperimento sociale in tal senso”. Invece Giorgio Diani, bontà sua, suggerisce quanto segue: “Potresti scrivere una guida tascabile di consigli pratici per ultra cinquantenni su come proteggere i quattro spicci risparmiati a seconda dei diversi scenari, e su come levarsi dalle balle e venire in Italia solo a fare i turisti e godersi le cose belle senza curarsi di quelle brutte e deprimenti che hai elencato”. Poi Giovanni Albano chiede: “Un commento sulle criptovalute?” E chiudiamo con il suggerimento di Andrea Longoni: “L’unica cosa che ha senso scrivere è: mettete i soldi in un conto svizzero in franchi”.
Eccomi. Innanzitutto lasciamo stare l’esempio della Finlandia perché i Paesi nordici sono antitetici a noi, essendo piccoli, virtuosi, con un alto tasso di senso civico e un basso tasso di criminalità tra la classe politica che li governa con lungimiranza, mentre del reddito di cittadinanza dico che con i robot e l’intelligenza artificiale si dovrà attuare, ma nel caso dell’Italia forse arriverà tra un paio di secoli, quindi nessuna illusione.
Alla domanda dove mettere i risparmi oggi, do una risposta che vi farà diventare ricchi (forse sono troppo buono!): comprate terreni a Mindanao per fare verdura da vendere in Giappone.
Invece le criptovalute sono una roba finta perché non c’è supporto istituzionale, ma va detto che il processo di pagamento sembra molto interessante e più sicuro.
Poi c’è l’ultima domanda di oggi: mettete i soldi in un conto svizzero in franchi? Ma basta Svizzera! Sono degli strozzini! E anticipo una eventuale prossima domanda del solito imprenditore di turno. Apro l’azienda in Albania? Nooo! Non ci sono scorciatoie. Renzi nel 2014 è andato in visita ufficiale a Tirana. Edi Rama, il premier albanese, prima si è scattato un selfie con lui, poi ha detto «imprenditori venite in Albania. Tasse al 15% e non ci sono i sindacati». Ma è una cazzata andarci. Bassi costi del lavoro e tasse basse si trovano in una cinquantina di Paesi, e chi voleva delocalizzare per questi motivi lo ha già fatto da tempo. L’Albania o San Marino, tanto per rimanere vicino a noi, hanno una fiscalità agevolata ma non sono poi così appetibili perché oggi è indispensabile internazionalizzare dove c’è la crescita. Non basta pagare poco. Servono risorse umane qualificate, bisogna spingere sulla qualità dei prodotti e sul loro tasso d’innovazione e, soprattutto, conta il mercato; bisogna andare dove ci sono i clienti.
Stay tuned!
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